Si torna a discutere sul Superbonus 110%.
Sul tavolo alcuni emendamenti che chiedono di modificare ancora una volta la normativa per le case unifamiliari.
Nel dettaglio, come anticipa SkyTg24:
“Gli emendamenti chiedono che venga eliminata la clausola che richiede di aver completato almeno il 30% dei lavori previsti entro il 30 giugno 2022 per poter usufruire dell’agevolazione entro il 31 dicembre.
Anche per i condomini si punta a modificare il testo di legge approvato in Manovra lo scorso dicembre.
Forza Italia, Italia Viva, Fratelli d’Italia e il Südtiroler Volkspartei chiedono un’estensione temporale del beneficio.
Per quanto riguarda i condomini la legge prevede che il 60% dei lavori vada concluso entro giugno per poter ottenere lo sconto entro il 31 dicembre.
Si chiede che la data a cui guardare per verificare l’avanzamento dei lavori venga spostata in avanti a settembre 2022 e che il bonus possa essere ottenuto fino al 28 febbraio 2023.
Negli scorsi giorni è intanto passata un’altra modifica alle norme in tema Superbonus: è stata riattivata la possibilità di cessione multipla dei crediti.
In sostanza si è cancellata la stretta che – bloccando la possibilità di cedere più volte lo stesso credito come era possibile in origine – aveva spinto le banche, soprattutto le più piccole, a bloccare temporaneamente le nuove acquisizioni.
Le nuove norme vanno tuttavia a inserire alcuni correttivi per limitare le truffe ai danni dello Stato, molto diffuse con l’impianto normativo originario dell’agevolazione.
In base alle modifiche più recenti, la circolazione dei crediti può riprendere, ma dopo la cessione del primo richiedente sono consentite soltanto “due ulteriori cessioni”.
Questi passaggi sono consentiti solo se effettuati “a favore di banche e intermediari finanziari iscritti all’albo”.
Inoltre, “al credito è attribuito un codice identificativo univoco, da indicare nelle comunicazioni delle eventuali successive cessioni”.
Le disposizioni si applicano alle cessioni inviate all’Agenzia delle entrate dal primo maggio 2022.
Per disincentivare chi tenta di ottenere il rimborso di spese false o gonfiate, arriveranno multe (da 50mila a 100mila euro) e il carcere (da 2 a 5 anni) per il “tecnico abilitato” che, nelle asseverazioni necessarie per ottenere i bonus edilizi, “espone informazioni false o omette di riferire informazioni rilevanti sui requisiti tecnici del progetto di intervento o sulla effettiva realizzazione”, oppure “attesta falsamente la congruità delle spese”.
Le agevolazioni, inoltre, saranno concesse solo a chi applica contratti collettivi nazionali di settore stipulati dalle organizzazioni più rappresentative.
La misura, che punta a garantire formazione e maggiore sicurezza per chi lavora nei cantieri, è stata voluta dal ministro del Lavoro Andrea Orlando”.