Il Sole 24 Ore ha pubblicato la classifica sulla qualità della vita delle principali città e province italiane per l’anno 2021.
- Potenza si piazza al 85/o posto, con un punteggio pari a 421,90;
- Matera resta al 74/o, con un punteggio pari a 449,62.
Rispetto al 2019 il capoluogo perde ben 14 posizioni.
Anche quest’anno l’indagine prende in esame 90 indicatori, suddivisi nelle tradizionali sei macro-categorie tematiche (ciascuna composta da 15 indicatori) che accompagnano l’indagine dal 1990:
- ricchezza e consumi;
- affari e lavoro;
- ambiente e servizi;
- demografia e salute;
- giustizia e sicurezza;
- cultura e tempo libero.
L’aumento a da 42 a 90 indicatori, proposto già dal 2019, consente di misurare molti aspetti del benessere.
Gli indicatori sono tutti certificati, forniti al Sole 24 Ore da fonti ufficiali, istituzioni e istituti di ricerca.
Il punteggio da mille a zero
Per ciascuno dei 90 indicatori, mille punti vengono dati alla provincia con il valore migliore e zero punti a quella con il peggiore.
Il punteggio per le altre province si distribuisce in funzione della distanza rispetto agli estremi (1000 e 0).
In seguito, per ciascuna delle sei macro-categorie di settore, si individua una graduatoria determinata dal punteggio medio riportato nei 15 indicatori, ciascuno pesato in modo uguale all’altro (1/90).
Infine, la classifica finale è costruita in base alla media aritmetica semplice delle sei graduatorie di settore.
Le novità del 2021
Di solito l’indagine della Qualità della vita, pubblicata alla fine dell’anno in corso, prende in esame i dati consolidati relativi ai 12 mesi precedenti.
Anche quest’anno, però, sono stati raccolti alcuni parametri aggiornati al 2021 (a metà anno, se non addirittura a ottobre) con l’obiettivo di tenere conto della recente ripresa post 2020.
Le sole performance dell’anno scorso, infatti, sarebbero risultate superate dall’evoluzione della crisi pandemica e avrebbero restituito solo la fotografia di un anno molto particolare condizionato dalle rigide misure restrittive introdotte per contenere i contagi da Covid-19.
Così, nell’indagine quest’anno si contano ben 28 indicatori su 90 riferiti al 2021.
Nell’indagine 2021 sono presenti una decina di “indici sintetici”.
Si tratta di indici che aggregano più parametri in determinati ambiti, elaborati da istituti terzi o direttamente dal Sole 24 Ore.
Tra questi, ad esempio, l’Indice di sportività di PtsClas, l’indice della qualità dell’aria “estratto” da Ecosistema urbano di Legambiente, l’IcityRank di Fpa e i “nuovi” indici elaborati dal Sole 24 Ore (l’indice del clima e gli indici della Qualità della vita di bambini, giovani e anziani.
Anche quest’anno vengono introdotti nel panel dati nuovi per poter interpretare meglio l’attualità e includere particolari aspetti che oggi incidono sul benessere della popolazione.
Tra questi, ad esempio, il numero di farmacie ogni mille abitanti, che in queste ore, con i tamponi rapidi, rappresentano un servizio sanitario di prossimità cruciale.
Oppure gli infortuni sul lavoro, l’affollamento degli istituti di pena, i farmaci per la depressione, gli esposti per inquinamento acustico e l’energia elettrica prodotta da fonte rinnovabile.
Gli indicatori che misurano i livelli di istruzione della popolazione, infine, sono stati spostati nella categoria «Demografia, società e salute» per lasciare più spazio ad alcuni dati climatici ed ecologici in «Ambiente e servizi».
Nella classifica i primi tre posti vanno a Trieste, Milano e Trento.
Stabile nelle ultime posizioni, quasi a confermare l’urgenza degli investimenti del Pnrr in arrivo per ridurre i divari, il Mezzogiorno.
Crotone ultima, come lo scorso anno, anticipata da Foggia e Trapani che scivolano sul fondo.
Su novanta indicatori le ultime posizioni sono popolate in ben 57 casi da province del Sud o delle Isole.
E le prima province non del Mezzogiorno che si incontrano, partendo dal fondo e salendo verso l’alto, sono Latina (83ª) e Frosinone (82ª), seguite a poca distanza da Imperia (77ª).
Il dato allarmante per la città di Potenza lo si trova nella parte dedicata all’“impatto della pandemia”.
Il capoluogo stessa sorte riscuote nella sezione riservata agli “iscritti all’anagrafe”: nel periodo gennaio-giugno 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020, ha perso il 36 per cento degli iscritti all’anagrafe.