Potenza: l’Arcivescovo mons. Carbonaro porterà la sua solidarietà a questi precari che da oltre un anno stazionano, a turno, in una tenda. I dettagli

Giovedì 11 luglio alle ore 10, l’Arcivescovo, mons. Davide Carbonaro porterà la sua solidarietà ai precari che da oltre un anno stazionano, a turno, nella tenda piantata nel parcheggio davanti ai palazzi della Regione nella speranza di risolvere il loro problema.

Sono i rappresentanti di una platea di 1800 persone che lavorano da 17 anni senza contratto, senza diritti, senza assicurazione sociale, e per questo si considerano socialmente, “invisibili” .

Sono i reduci TIS, (tirocini di inclusione sociale ) ed RMI (Reddito minimo di inclusione) entrati a far parte, anni addietro, in un progetto regionale in funzione di uno sbocco lavorativo vero, che però non c’è finora stato.

Da tempo sono semplicemente “aggregati per prestazioni sociali agevolate “ in quasi tutti i 131 comuni lucani e nelle scuole, sopperendo alle mille necessità oggettive degli enti pubblici, ma con un reddito di pura assistenza, e forse nemmeno di sussistenza, di appena 550 euro al mese.

Il desiderio di incontrarli da parte dell’Arcivescovo è maturato a Trieste dove si trovava per la settimana sociale dei cattolici italiani, e dove si è parlato a lungo di lavoro precario e di esclusione sociale e dove papa Francesco, nel suo discorso finale, ha ricordato, tra l’altro, ancora una volta il fenomeno degli “ scarti” nella società dell’opulenza e dei consumi, persone cioè che non godono di nessuna considerazione sociale.

La vicenda degli “invisibili” è stata seguita da vicino dalla Chiesa diocesana;

mons. Ligorio, qualche mese prima delle dimissioni, prestò loro la voce scrivendo una lettera personale al presidente Bardi sollecitando per loro un lavoro dignitoso nel rispetto delle persone.

Nella risposta il Presidente assumeva l’impegno ad affrontare il problema; poi vennero le elezioni.

Ora la vertenza riprende con la nuova giunta e la Chiesa è nuovamente al suo posto vicino a coloro che si battono per una dignità personale in una società di comune destino.