Potenza, emigrazione universitaria: “in realtà migliaia di ragazze e di ragazzi si sentono ‘stretti’ nei propri paesi”. Questa la situazione

“’Se nasci in Basilicata è (quasi) certo che sarai uno studente fuori sede all’università’ riporta il sito Skuola.net e aggiungo che nei nostri paesi si è ‘fuori sede’ anche prima visto che in età di scuola media superiore si riducono gli spazi di socialità perché il sistema di mobilità ostacola ogni possibilità di scambio ‘pomeridiano’.

Se migliaia di ragazze e di ragazzi sentono ‘stretti’ i propri paesi già prima della scelta universitaria lievita il desiderio di essere ‘fuori sede’, di scegliere altri contesti di vita e di studio”.

È quanto osserva il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Piero Lacorazza, che aggiunge:

“Questa riflessione è una condizione, una premessa fondamentale: i paesi, come ha scritto la pittrice e scrittrice di Montemurro, sono paesi di inverno che andrebbero letti oltre le feste dell’estate.

Cosi come si pone un tema di qualità della vita dei giovani nelle città, a cominciare da Potenza e Matera.

Sarebbe un errore di valutazione scaricare la responsabilità della scelta di 12.000 ragazze e ragazzi che decidono di studiare fuori sulla Università degli Studi della Basilicata.

È la ragione per quale è necessario assumersi una responsabilità, ciascuno per propria parte, e scrivere un nuovo Patto per l’Unibas che, come indichiamo nella nostra proposta di legge, chiami attori istituzionali e rappresentanza studentesca, oltre che l’Università e la Regione, a far parte di una sorta di Conferenza di Programmazione”.

Prosegue l’esponente del Pd:

“Con la consapevolezza che forti sono gli squilibri anche determinati dal FFO (Fondo di Funzionamento Ordinario), si pone il tema dentro i mutamenti sociali in corso e l’inverno demografico, di ripensare una missione che assuma la consapevolezza di essere una Università ‘interna’ ma al tempo stesso geograficamente in condizioni di respirare ‘mediterraneità’ ”; una sede a Potenza, città appenninica, e Matera, ‘Capitale Europea della Cultura’ dal 2019 al 2033”.

La nostra proposta di legge il cui iter di discussione partirà a breve nelle commissioni consiliari competenti, può essere il lievito per far crescere questo confronto che ovviamente spero si apra anche nel e con il mondo accademico.

Rammentiamo che tale proposta di legge, solo per ragioni tecnico-formali relative al deposito, indica 100 mila euro all’anno nella norma finanziaria che dovrebbero aumentare, in sede di approvazione, almeno a 14 mln di euro.

Segnaliamo che nella proposta di legge si punta molto sulla cooperazione e, a proposito dei numeri forniti da Skuola.net, si rilancia il tema dell’innalzamento della ‘no tax area’, della riduzione progressiva delle tasse, dei servizi collegati al diritto allo studio (es. gratuità del trasporto), ma anche dei ‘titoli congiunti’ che possono, attraverso intese tra Università, non costringere i nostri studenti, con rilevanti costi da parte delle famiglie, a stare fuori regione per dodici mesi alla anno. Siamo chiamati tutti a vivere questo tempo e ad indagare traiettorie future.

Crediamo di aver aperto una discussione che ha il tempo giusto per riflettere, anche perché al 31 dicembre di quest’anno scade l’accordo dodicennale che, anche a seguito della istituzione del corso di laurea in Medicina e in Chirurgia, impegna la Regione Basilicata per 14 mln di euro all’anno”.