Il segretario generale della Cisl Medici Basilicata Serafino Rizzo – da poco riconfermato alla guida della federazione – esprime soddisfazione per la firma, dopo cinque mesi di negoziati, dell’accordo integrativo regionale che disciplina i rapporti con i medici di medicina generale.
Rizzo commenta:
“Questo risultato rappresenta un significativo passo avanti verso un nuovo orizzonte organizzativo per la medicina territoriale, aprendo a prospettive innovative e potenzialmente molto positive per l’intero comparto.
Tuttavia, la soddisfazione per questo traguardo non può ancora dirsi completa poiché esistono alcuni punti che necessiteranno di ulteriori approfondimenti e affinamenti nei prossimi mesi.
Il nuovo accordo dà attuazione al ruolo unico di medicina generale, garantendo così ad ogni medico il tempo pieno, nel rispetto dei diritti acquisiti per coloro che risultano già inquadrati nei ruoli dell’assistenza primaria.
Idealmente, con l’avvio delle aggregazioni funzionali territoriali e delle unità complesse di cure primarie, ci sono tutti i presupposti affinché la medicina generale si inserisca a pieno titolo nel nuovo modello organizzativo disegnato dal DM 77/2022.
Per realizzare a pieno quella prossimità dell’assistenza, più volte evocata e annunciata, serve il completamento della rete con tutte le sue strutture.
In tale direzione, centrale è il ruolo del distretto sanitario, anello fondamentale del sistema che è chiamato ad essere garante della risposta appropriata ai bisogni assistenziali e socio-assistenziali di una comunità sempre più anziana e sempre più fragile.
Per questo è necessario risolvere la problematica degli incarichi di distretto per non paralizzare quel processo di rinnovamento della sanità territoriale che è la vera sfida del nostro tempo.
La medicina territoriale, infatti, potrà esprimere pienamente la propria potenzialità e assumere una fisionomia definitiva solo quando l’intero assetto organizzativo previsto dal DM 77/2022 entrerà pienamente a regime.
È ormai chiaro a tutti che vi è la necessità di una medicina del territorio che sia concretamente efficiente, che riesca davvero a prendersi carico della cronicità, che faccia prevenzione primaria e secondaria, che intercetti e filtri i bisogni di salute in modo da far giungere in ospedale solo chi ne ha realmente la necessità.
Abbiamo bisogno di una medicina territoriale che renda possibile la tempestiva dimissione e la contestuale presa in carico di tutti i pazienti, anche di quelli non autosufficienti, complessi e con bassa aspettativa di vita e che non beneficerebbero ulteriormente delle cure ospedaliere.
Serve uno sforzo di efficienza e vanno create le condizioni che permettano non la semplice ripartenza, ma il recupero e un funzionamento efficace ed efficiente della nostra sanità, nel rispetto del valore e della dignità dei lavoratori.
La nostra speranza è che questo accordo integrativo rappresenti l’avvio concreto di una nuova fase per la medicina generale, che sempre più dovrà caratterizzarsi secondo modelli organizzativi moderni e funzionali che possano gratificare pienamente i professionisti del settore, mettendoli nelle migliori condizioni per svolgere il proprio lavoro a presidio di un diritto costituzionale quale è quello alla salute.
Solo quando tutti i tasselli previsti dal DM 77/2022 saranno completamente realizzati, compreso un approccio realmente multidisciplinare alla presa in carico dei fabbisogno di cura delle persone, si potrà parlare di un vero e proprio salto di qualità del sistema sanitario regionale, con ricadute positive sia per gli operatori sanitari che per i cittadini”.