Partirà dalla Basilicata il Progetto “Ricas Italia” per promuovere la cultura del bello a contrasto con la crisi climatica e ambientale. Ecco i dettagli

Come più volte accennato, dall’Italia o meglio dalla Basilicata prende l’avvio, alla fine del mese di settembre, il primo progetto che si prefigge di promuovere la cultura della sostenibilità in Italia e in Europa mediante l’Associazione “Progetto Ricas Italia”, la Rete delle Istituzioni e dei Cittadini per la Cooperazione, la Cultura, l’Ambiente e la Solidarietà, contro la povertà e l’inquinamento del pianeta, ideato dal Gal “La Cittadella del Sapere”, dal Festival del Cinema “Marateale”, il cui Direttore artistico è Nicola Timpone, da sempre attento ai temi della sostenibilità e della cura del creato e dal giornalista Biagio Maimone, fondatore del sito Progetto di Vita per il Sud www.progettodivitasud.it per il riscatto economico e sociale del Mezzogiorno.

Il progetto, che parte dai 27 Comuni dell’Area Sud della Basilicata, dal Parco Nazionale del Pollino, dal Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val d’Agri Lagonegrese e da Maratea è finalizzato al contrasto della crisi climatica e ambientale.

Esso si prefigge di dare ulteriore forza alla richiesta formulata all’Unesco di candidare l’Area Sud della Basilicata a Patrimonio Mondiale dell’Umanità, che ha ottenuto il sostegno del Presidente della Regione Basilicata Vito Bardi, del Ministro degli Esteri Antonio Tajani, del Ministro per le Riforme Istituzionali Alberta Casellati, dal Presidente del Senato Ignazio La Russa, dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, dal Ministro del Turismo Daniela Santanchè, dal Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e dal Presidente della Regione Liguria.

Quindi dall’Italia, o meglio dal Sud Italia, inizia a muovere i suoi primi passi un progetto eco-ambientale e solidale, il cui intento è quello di affermarsi in Europa.

La Basilicata vedrà la nascita dell’ Associazione “Progetto Ricas Italia”, la cui finalità è, attraverso la Rete dei 27 Comuni dell’Area Sud della Basilicata, che cercherà poi estendersi a tutti i Comuni d’Italia ed europei, quella di promuovere la cultura della sostenibilità, della solidarietà e della cooperazione.

Il progetto eco-sociale “Ricas Italia,” rientra tra le iniziative che si prefiggono l’intento di dare impulso ad un nuovo modo di diffondere la cultura dei territori e la cultura della sostenibilità, contro il degrado e la povertà.

Il suddetto progetto è stato attualizzato recentemente e possiede i requisiti per essere proposto all’Unione Europea al fine di dare impulso ad un nuovo modo di fare cultura a favore della sostenibilità.

La Rete dovrà aggregare, partendo dalla Basilicata, il maggior numero di Comuni italiani ed europei e di Regioni affinché si impegnino attivamente per la tutela ambientale e contro l’inquinamento, nonché per la salvaguardia dell’intero ecosistema, attraverso azioni concrete che coinvolgano, nel contempo, i cittadini e le Istituzioni.

Strategica sarà la cultura espressa nella cura dei territori, che conduce poi alla cultura della bellezza a favore del progresso sociale e morale.

E’ ben evidente come la povertà culturale e morale genera povertà economica e miseria, nonché il proliferare della violenza e della malavita.

Ai Comuni, alle Regioni e ai cittadini spetterà il compito di monitorare i singoli territori.

Ne consegue, pertanto, che ad essi è affidata anche la responsabilità di controllare privati e industrie affinché rispettino l’ambiente e utilizzino tutti i mezzi necessari per evitare l’inquinamento, al fine della salvaguardia del benessere dei territori.

Grande rilievo avranno le amministrazioni comunali e regionali in quanto dovranno interfacciarsi con il governo italiano e i governi degli altri Paesi Europei, considerato che il tema dell’inquinamento del pianeta è un tema che coinvolge tutte le nazioni.

Ha dichiarato Nicola Timpone, Direttore Generale del “Gal – La Cittadella del Sapere:

“La povertà culturale e morale è la conseguenza del degrado ambientale.

L’acuirsi della crisi dei valori della nostra società ha prodotto, oltre ad un impoverimento economico complessivo, anche la decadenza del valore della cultura umana”.

L’ideatore del progetto Biagio Maimone ha affermato:

“Per noi porre al centro l’uomo e la sua dimensione sociale ed ambientale significa creare una nuova forma di relazione umana e di comunicazione, che si avvalga della creatività quale forza propulsiva per incamminarsi in un nuovo processo socio-economico che possa realmente favorire il progresso umano.

Riteniamo che ‘Fare Rete’ sia, in tale contesto, fondamentale per far vivere un tessuto sociale che includa tutti, nessuno escluso.

Dovrà essere coinvolta l’intera Europa, a cui chiederemo lo stanziamento di fondi da destinare alla salvaguardia del patrimonio ambientale.

La Rete si prefigge di interfacciarsi con tutti gli organismi nazionali ed internazionali per monitorare ciò che accade ed il tasso di inquinamento prodotto, per poi segnalare ai vari organismi competenti le anormalità riscontrate perché vi pongano rimedio.

Non si deve eludere la considerazione che il clima rappresenti il fattore principale per la salvaguardia del pianeta e degli esseri umani e che, pertanto, non si possa assolutamente prescindere dal difenderlo”.

Maimone ha concluso sottolineando:

Educare al rispetto dei criteri che salvaguardano il clima e, conseguentemente, l’ambiente e l’intero ciclo della vita degli esseri viventi è l’obiettivo che ogni singolo Stato e ogni singolo cittadino deve prefiggersi.

Nondimeno rilevante consideriamo essere il tema dell’alimentazione, letto in termini di capacità di produrre cibo attraverso l’utilizzo di risorse naturali e tecnologie non inquinanti, sempre più attente alla salvaguardia della natura e alla creazione di nuove opportunità di lavoro.

E’, in tal modo, possibile creare un nuovo welfare che generi ricchezza attraverso la natura e la salvaguardia dell’ambiente, nonché la sana nutrizione dell’uomo, affinché si garantisca, nel contempo, il suo benessere e il progresso umano.

Urge l’esigenza, perciò, di creare un connubio tra sostenibilità, cultura e solidarietà, fonte di opportunità per il futuro dell’umanità.

Mai più terre depresse e mai più uomini ai bordi della strada!

La cultura del bello ha il potere di condurre al vero progresso umano.

E’ tale consapevolezza che può avviare un reale processo di umanizzazione e di cooperazione sociale continua contro le varie forme di povertà: ambientali economiche, civili e sociali, nonché morali”.