Con un “incontro-discussione” sul “Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo Pasolini l’11 Aprile (Ex-Sala del Consiglio Comunale, ore 17.00) si inaugurano nel borgo della Valle del Noce gli appuntamenti della sedicesima edizione di “Frammenti Autoriali” , contenitore ideato dal cinecronista Mimmo Mastrangelo e promosso da Gal- Cittadella del Sapere, Festival Internazionale Maratea e Associazione Culturale “La Biblioteca Rivellese”.
“Il Vangelo secondo Matteo”, che nella primavera del 1964 Pasolini girò tra Matera ed altre realtà del Sud, rimane la più riuscita e poetica opera della cinematografica cristologica.
Dedicato alla memoria di Papa Giovanni XXIII, il film segue alla lettera, dall’Annunciazione alla Passione , il testo sinottico di Matteo, ma il Cristo che si vede sullo schermo non ha attinenza col Divino, ‘da non credente -dirà Pasolini – non potevo fare un film sul figlio di un Dio’.
Tuttavia, il poeta e regista friulano riesce – attraverso un Cristo molto umano, provocatorio e con la sua morale – a catturare il mistero del sacro e a restituire la profezia della Croce del riscatto degli ultimi.
Dal punto di vista estetico “Il Vangelo secondo Matteo” è “film-filmico” ineccepibile: composizioni che rimandano alla pittura rinascimentale (Masaccio, Piero della Francesca) si alternano a campi lunghi e ai primissimi piani sul volto del Cristo del giovane studente spagnolo Enrique Irazoqui e su quello degli altri personaggi.
Nella colonna sonora, invece, le musiche di Bach, Mozart, Webern, Prokof’ev si mescolano a spiritual negri, a canti brasiliani e canti rivoluzionari russi.
All’incontro di Rivello interverranno oltre a Mimmo Mastrangelo, Giuseppe Ferrari, presidente dell’Associazione Culturale “La Biblioteca Rivellese”, Nicola Timpone, direttore artistico del Festival Internazionale Marateale, e Giovanni Filizzola, componente del direttivo dell’associazione culturale succitata.
Spiega Mimmo Mastrangelo:
“Le proiezioni di questa XVI° edizione di “Frammenti autoriali” si focalizzeranno, in prevalenza, sul cinema italiano del reale” per rimarcare, da una parte, come nel nostro Paese il documentario è stato e rimane una grande scuola, e dall’altra, per dimostrare come certi film sono importanti perché toccano la vita e mettono in primo piano la storia di ieri e di oggi”.