Novità in arrivo per la sanità e il settore giudiziario.
Il Governo dopo aver annunciato lo stanziamento di 7,5 miliardi di euro per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, ha fornito maggiori dettagli sull’utilizzo delle risorse.
Come riporta Open:
“Nell’elenco ci sono reparti temporanei, possibilità di requisire alberghi per ospitare persone in quarantena, incentivi per la produzione di mascherine e 20mila assunzioni di medici e infermieri per rafforzare il sistema sanitario.
Ospedali
Il problema degli ospedali non riguarda infatti solo il numero crescente di pazienti, ma anche i medici che stanno andando in quarantena.
Fra le nuove assunzioni dovrebbero rientrare 4.800 medici, 10mila infermieri e oltre 5mila operatori socio-sanitari.
Queste nuove forze verranno assunte a tempo determinato e saranno presi dagli elenchi dei medici iscritti al corso di formazione o, per le sostituzioni, anche i laureati in medicina che abbiano l’abilitazione e gli specializzandi, che potranno essere iscritti anche alle liste per la guardia medica e la guardia medica turistica.
Si potranno assumere con contratto di lavoro autonomo anche medici in pensione.
Verranno immessi in corsia anche i medici neo laureati, dunque senza specializzazione. Oltre a questo, i camici bianchi potranno lavorare in deroga al loro orario di lavoro con una retribuzione degli straordinari sopra al 50%.
Altro obiettivo della sanità è aumentare del 50% il numero di posti in terapia intensiva che passeranno da 5mila a 7.500. verranno sospesi i ricoveri non urgenti, si potranno allestire reparti temporanei all’interno o all’esterno delle strutture sanitarie e i prefetti potranno anche requisire gli alberghi, rimborsando i proprietari, per gestire le persone in quarantena.
Oltre a questo anche la sanità privata lavorerà per mettere a disposizione posti letto, personale sanitario e attrezzature.
In arrivo, inoltre, 5mila impianti per la ventilazione assistita per potenziare i reparti di terapia intensiva.
Tribunali
Il decreto prevede novità anche per quanto riguarda i tribunali: potranno essere limitati gli accessi al pubblico, le udienze per i reati meno gravi potranno essere rinviate.
Tra le misure anche la possibilità di celebrare i processi a porte chiuse.
Le misure hanno validità fino al 31 maggio, salvo nuove disposizioni.
Non potranno però essere rimandati i processi ritenuti urgenti e con detenuti.
Inoltre non potranno essere rinviate le cause che riguardano i diritti dei minori, dei richiedenti asilo e gli abusi in famiglia.
Il ministro della giustizia Alfonso Bonafede ha anche aperto alla possibilità di celebrare, quando è possibile, alcuni processi in videoconferenza.
Inoltre «da oggi per due settimane ci sarà la sospensione feriale degli uffici giudiziari».
Tempo che servirà ai responsabili degli uffici giudiziari per predisporre le regole per rispettare il decreto.
Il voto sul deficit al Parlamento e le misure per famiglie e imprese
Rimandato alla prossima settimana un nuovo provvedimento per gli aiuti alle imprese e alle famiglie.
Prima infatti la richiesta di aumentare il deficit da 2,2% a 2,5% che il governo vuole chiedere all’Unione europea dovrà passare dal Parlamento: è proprio grazie a questo sforamento del deficit che arriveranno i 7,5 miliardi di euro previsti.
La ministra delle infrastrutture Paola De Micheli ha spiegato che oltre alla sanità, gli interventi del governo andranno quindi anche alle famiglie e al mondo delle imprese.
Le misure di sostengo alle famiglie prevedono il rafforzamento del congedo parentale e sostegno ai genitori che lavorano, un provvedimento fondamentale visto che è probabile che la chiusura delle scuole venga prorogata fino ad aprile.
Mentre per le imprese si sta studiando un meccanismo per rinviare adempimenti e pagamenti che hanno in scadenza in questi mesi.
Secondo quanto appreso dall’agenzia stampa Ansa, sarebbero allo studio tre fasce di reddito per i permessi retribuiti ai genitori che devono badare ai figli a casa da scuola.
Sotto un reddito Isee di 25mila euro gli indennizzi dovrebbero essere del 100%, con un Isee da 25mila a 40mila euro si arriverebbe a indennizzi al 70% mentre sopra i 40mila euro ci si fermerebbe al 50%.
Il permesso non verrebbe riconosciuto se l’azienda dove si lavora può ricorrere allo smart working”.