Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato ad opera di Gerardo de Grazia per Confsal Basilicata.
Queste le parole del segretario:
“Si torni a parlare seriamente di lavoro e prospettive future.
Come Confsal Basilicata, chiediamo al Presidente Bardi di dar vita subito ad un tavolo tecnico permanente sul lavoro.
I dati sull’occupazione nella nostra regione sono allarmanti, come quelli dell’export che, per due terzi, è costituito dal comparto automotive.
Bisogna avere il coraggio e l’ambizione di intercettare e formare le figure che il mercato del lavoro richiede.
Chiediamo ai vertici della politica lucana di creare un un database delle competenze e sottoscrivere subito un protocollo.
È arrivato il momento che i sindacati, le imprese, le associazioni, l’Ufficio scolastico regionale, l’università, gli Its, i professionisti e la camera di commercio, diano il via ad un nuovo percorso per il futuro della Basilicata e dei nostri giovani.
Sappiamo benissimo che, si tratta di un progetto ambizioso e per questo chiediamo che il Presidente Bardi faccia da collante e garante tra tutte le figure elencate, allargando a chiunque possa dare un contributo serio alla causa.
La crisi economica e sociale scatenata dalla pandemia non è alle nostre spalle, anzi, dobbiamo far fronte comune per scongiurare il peggio.
Il PNRR è la grande occasione, dobbiamo recuperare terreno per colmare il divario con le altre regioni in termini di infrastrutture digitali e fisiche, nell’ecologia e nei servizi pubblici.
Se la discussione sul PNRR e sul lavoro, si fonderà sulla qualità delle relazioni tra le istituzioni e tutti gli attori sopra elencati, potrebbe permetterci di consegnare alle future generazioni una Basilicata migliore”.
Ha dichiarato nella sua relazione introduttiva il segretario generale della Cgil Basilicata, Angelo Summa, durante i lavori dell’assemblea organizzativa regionale oggi a Potenza:
“Viviamo una crisi politica profonda, senza precedenti.
Nel nostro Parlamento il lavoro non è rappresentato ed è una mancanza più grave che in passato.
Bisogna dare voce ai lavoratori e rimettere il lavoro al centro della programmazione.
Il tema vero, tanto a livello nazionale che a livello locale è la precarietà e l’assenza di lavoro e come si utilizzano le risorse economiche a disposizione rispetto a questo punto.
Quello che stride di più è che in presenza di risorse finanziarie così cospicue, rappresentate dal Pnrr e dall’allentamento dei vincoli del patto di stabilità, non stiamo imprimendo alcuna azione politica programmatica per ridurre le diseguaglianze in questo Paese.
Così facendo non potremo cambiare il modello di sviluppo economico che, specie nella pandemia, ha evidenziato tutte le sue storture, a partire dalla riforma sanitaria.
Due miliardi del fondo nazionale non sono bastati a configurare un nuovo sistema socio sanitario, rimasto al palo.
Abbiamo bisogno invece di investire su scuola e sanità, i pilastri del sistema pubblico.
Sanità e welfare sono temi che il governo regionale dovrebbe riprendere necessariamente perché si sta mettendo in discussione il diritto alla salute dei lucani.
Non si tratta solo di ridefinire la rete ospedaliera e la digitalizzazione nella medicina, ma soprattutto di intervenire sui livelli socio assistenziali: abbiamo dei piani d’ambito territoriali che chiedono vendetta a fronte delle nostre proposte rimaste inascoltate.
Il tratto distintivo di questa crisi economica e sociale derivante dalla pandemia è la maggiore precarietà.
Quando punti un chiodo lo devi battere fin quando non lo fissi.
La precarietà deve essere il nostro chiodo fisso fino a quando non la cancelliamo dal sistema del mercato del lavoro.
È la priorità delle priorità, che tocca pesantemente la condizione materiale delle persone e la perdita di salario.
Abbiamo ormai superato a livello regionale la fase di presentazione dei documenti.
L’ultimo Patto per il lavoro è stato presentato il 22 Dicembre a integrazione del piano strategico regionale.
Viviamo una fase complicatissima.
A tre anni dall’insediamento del nuovo governo di centrodestra, si stanno sprecando occasioni storiche senza un profilo di programmazione.
Dobbiamo evitare che la regione scivoli nell’oblio dell’immobilismo e dell’espropriazione democratica, perché le decisioni prese dal governo regionale sono tutte conseguenti gli assetti di potere, che nulla hanno a che fare con la Basilicata.
Lanciamo un appello all’assemblea dlle forze progressiste in Parlamento, affinché sappiano dare voce alla rappresentanza del mondo del lavoro.
Possiamo continuare a rivendicare e a fare battaglie, ma i lavoratori hanno bisogno di rappresentanza politica laddove si fanno le scelte: ne va della tenuta democratica del nostro Paese”.