Per Confcommercio-Imprese per l’Italia della provincia di Potenza sono deludenti i numeri della regione Basilicata contenuti nel decreto del ministero dell’Interno firmato il 30 dicembre scorso che, in attuazione del Pnrr, individua i Comuni beneficiari dei contributi da destinare ad investimenti in progetti di rigenerazione urbana con l’obiettivo di ridurre fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale, nonché migliorare la qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale.
Dagli elenchi pubblicati risultano presentati, nella provincia di Potenza, dal Comune di Potenza tre progetti per un importo complessivo di 20 milioni.
Un progetto di 3 milioni è stato approvato, mentre quello di 6 milioni risulta respinto e l’ultimo di 11 milioni approvato con riserva.
In provincia di Matera, il solo Comune di Pisticci ha presentato 3 progetti per un importo complessivo di 3 milioni 250 mila euro, approvati tutti e tre con riserva.
Per i progetti approvati con riserva è bene tenere presente che i Comuni devono presentare l’integrazione richiesta dal Ministero entro 10 giorni, a far data da 30 dicembre, pena l’esclusione e di conseguenza lo scorrimento della graduatoria a vantaggio di progetti di Comuni di altre regioni.
Per completare il quadro critico della situazione: dalla regione Basilicata sono stati richiesti finanziamenti per circa 23,250 milioni di euro su un fondo complessivo nazionale destinato alla rigenerazione urbana che ammonta a 3,4 miliardi di euro, vale a dire lo 0,7%.
Considerato che ad oggi è stato approvato un solo progetto di euro 3 milioni, la percentuale di risorse effettive scende a meno dell’1 per cento e sempre che siano approvati tra 10 giorni gli altri in sospeso potrebbero salire allo 0,5 per cento.
Una situazione che vede la Basilicata (subito dopo il Molise) fanalino di coda nella graduatoria delle regioni del Sud per progetti presentati e approvati e risorse assegnate.
Il presidente Fausto De Mare dichiara:
“Il nostro giudizio che non ammette attenuanti muove da un’iniziativa portata avanti negli anni.
Confcommercio-Imprese per l’Italia, sia a livello nazionale che regionale, da tempo stimola a riflettere sul ruolo strategico che il terziario di mercato riveste per la vitalità delle città e sugli impatti delle politiche sull’ambiente urbano e sul sistema economico.
Per tale ragione, la Confederazione nazionale promuove da anni e di concerto con l’Anci (protocollo sottoscritto nel 2015) la rigenerazione urbana ed economica sostenendo, a livello locale, nazionale ed europeo, politiche integrate per le città basate sulla collaborazione tra pubblico e privato.
Un esempio concreto che risale all’estate 2015 è “Moda e sapori sotto le stelle”, evento promosso nel cuore del centro storico del capoluogo da Confcommercio della provincia di Potenza, con il patrocinio della Camera di Commercio e del Comune di Potenza, come manifestazione centrale per il rilancio del centro storico interessato dal fenomeno di desertificazione commerciale sempre più accentuato.
E poi le campagne di acquisto al negozio di vicinato durante le festività e nei saldi. Contro “la desertificazione dei centri storici” dei nostri piccoli e medi comuni come del capoluogo di regione bisogna ripartire dal concetto chiave che le città sono i motori della crescita economica.
“Rigenerare città e commercio vuol dire dare linfa vitale al Paese. Se nelle città funziona il commercio, abbiamo città vive, che funzionano e che generano vita sociale” .
Bisogna, rilevare come città grandi e piccole stiano perdendo a poco a poco il loro ruolo attrattivo, sia sotto il profilo residenziale che dell’offerta merceologica e dei servizi, con conseguente indebolimento dell’offerta turistica e dell’indotto. Inoltre, si può constatare come la disciplina urbanistica risulti, ad oggi, sempre più scollegata dal mutamento continuo che coinvolge gli organismi urbani, non riuscendo a fornire risposte ai repentini processi sociali, economici e ambientali che lì si manifestano.
Le conseguenze sono principalmente riferite allo spopolamento dei piccoli comuni e all’accentuazione della fuga dei giovani con il rischio di un ulteriore dimagrimento demografico che non possiamo permetterci.
La rigenerazione urbana del sistema città, dunque come esperimento per dare nuova vita al tessuto economico, sociale e culturale che anima il nostro Paese e per ridare linfa vitale al progressivo indebolimento del rapporto tra urbanistica e comunità locali, per contrastare i fenomeni di desertificazione e le conseguenti ricadute negative, potenziando la vivibilità dei luoghi, riducendo gli spostamenti con i mezzi privati, migliorando la qualità degli spazi pubblici, valorizzando le attività economiche esistenti, agevolando lo sviluppo locale sostenibile e aumentando l’occupazione”.
Ancora, la pandemia ha prodotto un profondo cambiamento del tessuto commerciale all’interno dei centri storici specie in quello del capoluogo di regione già interessato in epoca pre-Covid da una crisi di identità commerciale e più in generale di servizi alla città.
Sono queste le motivazioni che ci vedono sollecitare ancora una volta l’attenzione dovuta da parte di istituzioni e politica per non vanificare gli sforzi compiuti in questi due anni di pandemia, in prima persona, dai titolari di pmi che non hanno abbassato le saracinesche e hanno resistito alla crisi per non far mancare i servizi ai cittadini.
Conclude De Mare:
“Per non perdere il treno della ripartenza chiediamo alla Regione, prima di tutto, di verificare questi dati e di farsi carico di quanto si potrà fare e si dovrà fare, con la speranza di non aver perso un’altra opportunità”.