A Potenza la mobilitazione regionale per chiedere un cambio di passo nella lotta alla crisi climatica: ecco quando

In occasione della mobilitazione internazionale contro il cambiamento climatico, prevista per il prossimo 11 ottobre 2024, la Rete degli Studenti Medi della Basilicata e la Legambiente Basilicata APS invitano gli studenti e cittadini al corteo che si snoderà per le vie delle città di Potenza.

Oggi la sfida del clima è la più ampia, globale e importante che abbiamo davanti.

Per questo è fondamentale accelerare il passo nelle politiche climatiche e definire delle strategie coordinate tra i diversi Paesi, per mettere in campo politiche adeguate allo scenario che il cambiamento climatico ci impone.

Una sfida che deve raccogliere anche l’Italia che purtroppo su questo fronte è indietro con politiche governative, incentrate sulle fonti fossili.

Quello che invece serve alla Penisola è un nuovo modello energetico basato su efficienza e rinnovabili che riduca fortemente le emissioni di gas serra, aiutando così il clima, l’ambiente e l’innovazione tecnologica.

Teresa D’Onofrio Segretaria Generale Rete Studenti Medi Basilicata dichiara:

“La nostra generazione è la prima ad aver preso piena coscienza della minaccia climate change gravante sulle nostre spalle.

In particolare però il rapporto di noi giovani lucani con il proprio territorio è alquanto complesso: la piaga dello spopolamento pone un freno sostanziale ad ogni possibile sviluppo immaginabile nella nostra regione.

L’economia lucana per troppo tempo si è basata su poche industrie che hanno monopolizzato il sistema economico e lavorativo del territorio.

Questo ha causato una forte dipendenza da multinazionali nel soddisfacimento delle condizioni materiali dei cittadini e delle cittadine. Se da un lato questa situazione ha generato posti di lavoro e ha portato significative entrate economiche per la regione e i comuni locali;

dall’altro, ha contribuito ad un’economia assolutamente dipendente dal petrolio, divenendo l’unico polo di domanda occupazionale per un territorio di quasi 50.000 persone, con problemi di sostenibilità a lungo termine.

Una sorta di ricatto occupazionale, che impedisce una qualsiasi azione di opposizione di massa e che ha soggiogato un intero territorio”.

Aggiunge Antonio Lanorte Presidente Legambiente Basilicata:

“La riconversione ecologica è la chiave concreta, possibile e praticabile fin da ora, per una rinascita industriale pulita e sostenibile lontana dalla tossica dipendenza dalle fonti fossili e dalle compagnie petrolifere.

Il Sud Italia è la parte del Paese più esposta a rischi climatici, ma è anche il luogo più predisposto naturalmente ad investimenti sulla transizione energetica.

Nella fase storica che si sta aprendo, il Mezzogiorno e a maggior ragione la Basilicata, possono inaugurare una nuova stagione industriale green e fossil-free.

Qui più che altrove ci sarà infatti la necessità di progettare, realizzare, gestire, manutenere piccoli, medi e grandi impianti a fonti rinnovabili, quelli dell’economia circolare, i depuratori delle acque reflue, le nuove infrastrutture ferroviarie e della mobilità sostenibile, le ciclovie turistiche e i relativi servizi, le economie territoriali garantite dall’agro-alimentare di qualità, dallo sviluppo delle aree protette, dalla gestione forestale sostenibile, dalle risorse idriche, dalla manutenzione del territorio, dalla riconversione produttiva delle aree da bonificare e di quelle legate all’industria fossile.

Una rivoluzione fondata sulla tecnologia e l’innovazione grazie alla quale sarà possibile non solo frenare l’emigrazione dal Sud ma addirittura invertirla, richiamando qui giovani lavoratori da altri territori.

È per questo che Legambiente sarà in piazza l’11 ottobre al fianco del movimento studentesco, non solo in Basilicata ma in tutto il Paese.”

Conclude Teresa D’Onofrio:

“L’industria dell’estrazione di petrolio in Val d’Agri a un certo punto avrà una fine inevitabile, dettata dall’esaurimento dei giacimenti.

È subito individuabile una debolezza fondamentale del modello economico della nostra regione: l’eccessiva dipendenza da grandi aziende esterne che assumono comportamento predatorio.

Le molte carenze del nostro sistema regione derivano dalla fragilità del mercato del lavoro, dalla sua poca eterogeneità e dalla quasi pressoché assenza di innovazione all’interno di esso.

Da qui nasce l’esigenza di una prospettiva futura alternativa rispetto all’industria pesante e dei fossili, che deve necessariamente essere rinnovabile e che abbia come obiettivo principale la sostenibilità ambientale e sociale”.

Il corteo prenderà il via dal concentramento in Piazza Don Bosco alle ore 9:30 e si muoverà verso la sede della Regione Basilicata, concludendosi nel piazzale antistante a questa, idealmente in contemporanea con le mobilitazioni in corso in tutto il mondo.