Alla seconda Giornata nazionale dello Spazio, indetta dall’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) per il 16 dicembre prossimo, parteciperà anche Castelgrande.
La Giornata è stata istituita per sensibilizzare e informare i cittadini italiani sui contributi che la scienza e la tecnologia applicate allo Spazio portano al miglioramento delle condizioni umane e per far comprendere i benefici che dalle attività spaziali arrivano nella vita di tutti i giorni in termini di crescita, benessere, immagine e ruolo sul piano globale del nostro Paese.
Castelgrande a buon titolo partecipa a questa manifestazione.
Era il 1965 quando i primi astronomi in cerca di un sito ottimale per installare l’osservatorio astronomico nazionale arrivarono sul monte Toppo, nel territorio di Castelgrande.
Dopo anni di analisi delle condizioni climatiche e della limpidezza del cielo e, parallelamente, di affannosa ricerca dei fondi necessari all’impresa, la comunità astronomica annunciò, il 21 febbraio 1973, che sul monte Toppo sarebbe sorto l’Osservatorio Astronomico Nazionale.
Seguì un periodo di progettazione, di lavori e di grandi aspettative fino al 1979, quando arrivò come una doccia fredda la decisione, presa dalla comunità scientifica nella seduta del 19 dicembre, di spostare l’Osservatorio Nazionale alle Canarie.
Il sito di Castelgrande, però, non fu abbandonato.
Inizialmente si pensò ad un osservatorio del Sud, ma senza riuscirci; poi il Comune prese l’iniziativa e, nei primi anni ’90, realizzò la stazione osservativa che oggi caratterizza la vetta del monte Toppo e che ospita uno specchio dal diametro di un metro e mezzo.
Utilizzata nei primi anni, oggi la stazione risente dall’obsolescenza tipica di questa tecnologia ed è in attesa di un nuovo rilancio, che l’Amministrazione comunale, guidata da Francesco Cianci, ha la decisa intenzione di attuare.
Nel frattempo il sito è stato ed è utilizzato con successo per la ricerca dei detriti spaziali, che costituiscono un vero pericolo.
Dal 2017, infatti, un accordo tra l’Amministrazione comunale e la srl Gauss (Gruppo di Astrodinamica per l’Uso dei Sistemi Spaziali) ha permesso l’installazione sul Toppo di due piccole cupole con altrettanti telescopi che, ogni notte, scandagliano il cielo alla ricerca dei detriti spaziali per analizzarne l’orbita e determinarne il tempo di vita, ma anche per migliorare la conoscenza dell’ambiente spaziale.
Con questa storia alle spalle, Castelgrande si prepara all’appuntamento del 16 dicembre, mettendo a disposizione dei visitatori una struttura pensata per la divulgazione dell’astronomia, l’Astrodomus, una sala attrezzata per proiezioni in 3D.
Per l’occasione vi saranno due proiezioni:
- alle 16:00 si potrà ripercorrere la storia del Sistema Solare;
- alle 20:00 si potrà dare un’occhiata al nostro Universo.
L’appuntamento centrale della giornata sarà alle ore 17:00 con un incontro-dibattito moderato da Simona Musella.
Dopo i saluti del sindaco, Francesco Cianci, lo scienziato che lavora alla stazione della Gauss sita in Castelgrande:
- Sergei Schmalz, illustrerà l’attività che svolge l’Italia nello spazio;
- il dott. Giacomo Sparvieri parlerà dell’ingegneria spaziale che caratterizza la società Gauss, di cui fa parte;
- infine il prof. Lucio Saggese, attingendo alla storia, analizzerà uno degli utilizzi che l’uomo faceva dello spazio nei secoli passati.
L’appuntamento, quindi, è per il giorno 16, a Castelgrande.
Il giorno successivo, sabato 17, poi, prenderà il via la stagione 2022-23 del programma “Raduno astrofili” pensata per accogliere gli amanti del cielo, e non solo.
Di seguito la locandina con i dettagli dell’iniziativa.