“Il 2021 è stato l’anno della ripresa turistica, per la Basilicata, con una crescita significativa del 12,6% sul totale camere vendute rispetto al 2020.
E il 2022 si prospetta un anno di ulteriore crescita, con un evidente fattore di multistagionalità dei flussi turistici e con previsioni sulle prenotazioni di alloggi privati che mostrano un chiaro segnale di avanzamento rispetto all’anno passato, con variazioni significative nel periodo primaverile.
L’andamento stimato, infatti, registra il picco di variazione ad aprile (+357,8% rispetto alle prenotazioni del 2021), superando il trend di crescita nazionale”.
E’ questo uno dei dati contenuti nel primo report di analisi economico-territoriale realizzato da ISNART (Istituto Nazionale Ricerche Turistiche) per la Camera di Commercio della Basilicata.
L’indagine, come si legge in una nota:
“mette in luce che i flussi turistici avranno un trend generale ben distribuito durante tutto l’anno: luglio e agosto mostrano valori molto alti, ma anche in primavera e in autunno l’occupazione delle camere è mediamente più alta rispetto alla media italiana, grazie alla presenza di località molto attrattive (Vulture, i Sassi di Matera, Castelmezzano e Pietrapertosa, il Parco Nazionale del Pollino, ecc.).
Un interesse che si riscontra anche rispetto alle ricerche online: il trend delle ricerche svolte dagli italiani tramite Google, in merito al far vacanza in Basilicata, mostra una loro maggior fiducia sulla possibilità di viaggiare nei prossimi mesi alla scoperta dei grandi tesori lucani.
A gennaio e febbraio 2022 si è registrata una crescita più che raddoppiata rispetto allo stesso periodo del 2021.
Un beneficio enorme per una filiera, quella turistica, che in Basilicata può contare su poco più di 5 mila imprese registrate a fine 2021 e 16 mila addetti; nella provincia di Potenza si concentra il numero più alto di imprese lucane, oltre 3.000 (61,0%), e di addetti, oltre 9 mila (57,8%).
La provincia di Matera ospita quasi 2.000 imprese (39,0%) e quasi 7 mila addetti (42,2%).
Se il settore predominante della filiera turistica lucana è quello della ristorazione, pari al 64,2% del totale (con Potenza che detiene il primato), a Matera il 15,1% delle imprese turistiche offre servizi di alloggio, ed è un dato sensibilmente superiore alla media regionale.
I turisti che visitano la Basilicata provengono da altre regioni e fanno vacanze all’insegna di cultura e natura
Il turismo in Basilicata nel periodo luglio-settembre 2021 ha beneficiato di flussi provenienti da altre regioni, in maniera spiccata rispetto alla media delle altre realtà italiane (+35 punti percentuali rispetto alla media Italia).
Dall’indagine diretta svolta ai turisti in vacanza nella regione, emergono motivazioni legate alla cultura (27,6%), alla natura (22,9%) e allo svago e al relax (22,7%).
Tuttavia, una volta a destinazione, la ricerca di svago e relax, porta le attività a contatto con la natura come escursioni e gite (70,9%) a prevalere su quelle tipicamente culturali, tra visite ai centri storici (33,7%), siti archeologici (15,6%), musei e/o mostre (13,9%).
Il 26,6% dei turisti intervistati va al mare, il 25,8% ha degustato prodotti enogastronomici locali.
La spesa media giornaliera dei turisti in Basilicata nel 2021 ha registrato un aumento significativo rispetto ai tempi pre-pandemia incrementandosi da 56,1 euro a 76,1 euro a fronte dei 73 euro di media nazionale, confermando la qualità del prodotti/servizi turistici offerti dalla regione.
Diminuisce, al contrario, la spesa media giornaliera sostenuta per l’alloggio; dato che riflette la caratteristica di una domanda turistica regionale prevalentemente escursionistica e di prossimità con al più una notte di pernottamento.
Nonostante i segnali di ripresa, persistono le difficoltà di gestione riscontrate dalle imprese turistiche lucane: oltre la metà degli imprenditori stima perdite di bilancio a fine 2021 (-10,3% di ricavi), al di sopra della media Italia.
Solo 1 su 10 stima utili di fine esercizio.
Le imprese ricettive lucane hanno riscontrato maggiori difficoltà nel fronteggiare importanti spese impreviste, come la messa in sicurezza delle camere offerte a livello igienico-sanitario, o perdite derivanti da possibili disdette a causa della situazione di viaggio ancora incerta.
Tuttavia, solo il 15,8% delle imprese ricettive riscontra problematiche legate al cambiamento dei mercati di riferimento rispetto al 30,3% del dato nazionale, confermando una caratteristica diversificazione dell’offerta turistica regionale (caratteristiche territoriali, naturalistiche e culturali)”.