Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico, in un’intervista al Messaggero dichiara:
“Questo tema delle mascherine ricorre in maniera pressante sui mezzi di informazione.
Dobbiamo concentrarci per un po’ nel mettere in sicurezza le popolazioni più fragili.
E’ vero che siamo non a buon punto, ma a un ottimo punto, però rimane ancora un lavoro da completare.
Il tutto, tra l’altro, ci consente anche di ridurre ulteriormente la circolazione virale, ma presto potremo cominciare a pensare di abbandonare i dispositivi di protezione individuale.
Ma solo all’aperto, vorrei sottolinearlo.
Direi che si può parlarne dopo la metà di Luglio, prima è largamente prematuro.
Al chiuso, invece, è presto.
Anche perché le mascherine ci sono servite per limitare tutta una serie di infezioni trasmissibili per via respiratoria.
Non a caso, assieme al distanziamento interpersonale, le mascherine ci hanno consentito di non avere il classico picco dell’influenza che di solito vediamo a Febbraio.
Va valorizzato il ruolo delle mascherine in generale per prevenire le infezioni respiratorie.
Non sono così limitanti del nostro stile del vita.
Dobbiamo preoccuparci per la variante indiana di Sars-CoV-2?
Questa variante è a una percentuale che è nell’ordine dell’1% per cento in Italia, non penso che al momento esistano elementi di preoccupazione per il nostro Paese.
Inoltre, ricorda, gli inglesi hanno puntato molto sulla somministrazione della prima dose di vaccino nella maniera più allargata possibile, noi invece abbiamo puntato anche sulla seconda che dà una protezione completa.
Il volume di scambi, per ragioni storiche, tra Regno Unito e India è molto diverso da quello che interessa l’Italia e il Paese asiatico.
Tra l’altro il ministro Speranza ha confermato lo stop ai voli.
Giustissimo fare attenzione, ma non credo che si debba guardare con preoccupazione alla variante indiana.
Certo, è giusto sequenziare il più possibile, ma non creiamo allarmismi che non hanno ragione di esistere.
Avremo un autunno diverso perché abbiamo i vaccini.
I dati che sono stati prodotti nell’ambito della vaccinazione del personale sanitario dell’Ospedale Bambino Gesù rassicurano ulteriormente su quella che è l’efficacia di protezione nel tempo.
Tenga conto che, quando andiamo ad esplorare la risposta degli anticorpi, valutiamo solo un pezzo della protezione perché c’è poi tutta la parte della risposta del sistema immunitario cellulare che contribuisce in maniera assai rilevante”.