Potenza: “Il piccolo commercio e i piccoli artigiani fanno fatica a vedere il futuro della propria attività”

In una nota, il capogruppo della Lega del Comune di Potenza, Gianmarco Blasi, dichiara:

“La verità è che una parte del nostro paese è stata lasciata indietro.

Non solo tutto il lavoro autonomo e gran parte delle piccole imprese di produzione di beni e servizi.

Soprattutto il piccolo commercio al dettaglio e i piccoli artigiani: abbigliamento, bar, ristoranti, albergatori, pasticcerie e gelaterie, parrucchieri e barbieri, negozi di utensilerie varie.

Tanto per essere precisi e per ricordare milioni di persone nel paese, molti dei quali, probabilmente, non potranno più riaprire.

79/90 giorni di chiusura forzata, di deterioramento della materia prima, di fitti e bollette da pagare, di fatture da onorare, di scadenze bancarie da rispettare.

In un contesto di incertezza per il futuro, di assenza di regole precise, di messaggi non concordi che arrivano dal governo e dalla moltitudine di tecnici delle inesorabili task force.

In molti si aspettavano dal governo nazionale un sostegno immediato a fondo perduto.

Per resistere e poter ripartire.

Così non è stato.

È probabile che qualcosa arrivi a giugno nel decreto che chiamano ‘aprile’ mentre siamo già in maggio.

Quando forse sarà davvero tardi, quando forse in tanti non avranno avuto la possibilità di rialzare la saracinesca.

Occupandoci di politica cittadina e sapendo quante centinaia di famiglie vivono a Potenza di queste attività non possiamo non far arrivare loro, forte la voce della nostra solidarietà.

Ma anche l’impegno a costruire relazioni più intense con l’amministrazione comunale.

A tagliare la burocrazia municipale, a sostenere progetti che rendano possibile una ripartenza la più sicura possibile, ma anche la più proficua possibile per ciascuna attività.

Tenendo conto delle diverse tipologie, dell’ubicazione, dell’utenza e dei clienti di riferimento di ogni commerciante, ogni artigiano, anche per sostenere i lavoratori e le famiglie di intere significative piccole filiere produttive.

Alcune delle quali vanno avanti da molti decenni portando avanti tradizioni di padri e nonni.

È nostra intenzione offrire una solidarietà concreta, creare dei luoghi di ascolto quartiere per quartiere.

Raccogliere informazioni, censire i bisogni, mettere a disposizione idee e risorse.

D’altronde, il nostro modello politico è diverso da quello del Pd, di Leu e dei Cinque Stelle che ci governano a livello nazionale.

Che sulla paura e la preoccupazione hanno creato una sorta di sistema mediatico e legislativo che svuota ogni libertà, impedisce di pensare al domani e ci tiene letteralmente prigionieri.

Fanno sorridere le facili ricette pregne di demagogia e retorica, dei rappresentanti locali di quei partiti di governo che, di fronte alle necessità delle nostre attività produttive, si sono voltati dall’altra parte.

Non possono essere loro i paladini della povera gente, di chi un lavoro lo sta perdendo, di un negozio che sta chiudendo e soprattutto di tutti quelli che oggi fanno fatica a vedere il futuro della propria attività”.